RAPIDI
COME UN FAST-FOOD, ATTENTI COME UNA MAMMA
Di Dante Balbo
"Nella società sempre più complessa, quello di cui le persone e le famiglie hanno bisogno non è un tozzo di pane, ma le informazioni per procurarselo."
L'orientamento del Servizio Sociale nel linguaggio dei numeri, così come
si sono espressi nel 1996, perché le nostre parole non siano solo "vento".
NOTA INTRODUTTIVA
Nella rivista di gennaio febbraio 1997 abbiamo parlato del Servizio Sociale
e delle sue caratteristiche, riferendoci da una parte al tipo di persone che
vengono da noi, dall'altro alla evoluzione di questo settore di Caritas Ticino,
soprattutto nelle intenzioni degli operatori sociali che vi lavorano. Questa
volta cercheremo di confrontare queste idee con i dati così come si sono
presentati quando abbiamo raccolto nelle rilevazioni statistiche il nostro operato.
ORGANIZZAZIONE DEI DATI
Il rapporto del Servizio Sociale per il 1996 è stato organizzato in 80
tabelle, di cui 67 sono descrittive dei dati relativi all'utenza e all'intervento
e 13 riguardano la ripartizione delle uscite in franchi, sia per tipo di aiuto,
sia per numero di erogazioni. Il primo blocco di dati è a sua volta suddiviso
in 6 parti di 11 tabelle ciascuna, più una tabella che rappresenta l'incidenza
dei diversi settori del servizio sociale sul totale degli utenti seguiti. Ma
il gioco di scatole cinesi non è finito e in ogni gruppo di undici tabelle
si trovano tre parti, che ci descrivono alcune caratteristiche degli utenti,
sesso età scuole frequentate e relazione al lavoro, la prima, mentre
le altre due riguardano il rapporto con il servizio, tipo di prestazioni erogate,
quantità di interventi e loro durata ecc.
DENTRO IL QUADRO CHI SONO GLI UTENTI DEL SERVIZIO SOCIALE
Contrariamente a quanto ci si potrebbe aspettare, sono gli uomini che si rivolgono
al Servizio Sociale, anche se il loro vantaggio numerico non è così
rilevante (53% per i maschi, 47% le femmine). Se si mette in relazione questo
dato con il 30% di disoccupati e con il fatto che il numero di persone con formazione
superiore supera anche se di poco gli apprendisti, si può comprendere
come sia mutata seriamente la condizione del "povero", cioè
di colui che da solo non riesce più a far fronte al disagio proprio e
della sua famiglia.
COSA CHIEDONO I NOSTRI UTENTI?
Non chiedono soldi, ma consulenza e sostegno burocratico per orientarsi nel
rapporto con i servizi pubblici e con le strutture di aiuto private. Queste
due voci, da sole, costituiscono il 54% delle richieste, mentre il sussidio
in denaro è solo al 20%. Una fetta importante della domanda è
di sostegno personale o famigliare, insieme il 12%. La conoscenza dei servizi
diversi di Caritas è invece ancora scarsa, tanto che solo il 2% delle
richieste è classificato dal Servizio Sociale come Caritas Altro. Bisogna
dire per completezza del quadro che la media delle richieste è di 1,7
per persona, per un totale nel 96 di 745x427 utenti. Questo indica che la situazione
con cui arriva una persona a Caritas non è quasi mai semplice e chiara
anche a lei stessa. Rivolgersi ad un Servizio Sociale non è mai il primo
passo, ma l'estrema ratio che porta con sè vergogna e senso dì
fallimento. Nella società sempre più complessa, quello di cui
le persone e le famiglie hanno più bisogno non è un tozzo di pane,
ma le informazioni necessarie per procurarselo. Questo non significa che Caritas
non intervenga più con aiuti concreti, anche in denaro, come vedremo
subito.
COSA RICEVONO DA NOI?
In termini assoluti non ricevono molto di più di quanto abbiano chiesto,
nel senso che a 745 richieste hanno fatto eco 782 risposte di Caritas. Se con
il termine consulenza non comprendiamo solo le informazioni, ma il sostegno
burocratico (lettere, domande ad enti, ecc.) e le collaborazioni esterne (rapporti
diretti con altri enti per la soluzione dei problemi presentati o gestione in
comune delle situazioni), raggiungiamo il 61 % dei nostri interventi. Il sussidio
economico si riduce al 14%, pari, anzi, leggermente inferiore al sostegno personale
e famigliare (15%). In cifre ha voluto dire, per il 1996, compiere 135 interventi
economici con una media di Fr 700 per uno (totale Fr 95'639). Di questi interventi
quasi la metà sono stati veri e propri aiuti a fondo perso, mentre gli
altri sono stati anticipi in forme dìverse, restituibili in tempi che
vanno da un mese a 4 o cinque anni.
Per avere però un quadro più completo di quello che facciamo per
chi si rivolge al nostro Servizio Sociale, non basta sapere cosa facciamo ma
occorre avere un'idea di come lo facciamo.
Il 70% delle persone sono viste dal nostro Servizio per meno di sei mesi, mentre
incontrìamo il 63% dei nostri utenti una o qualche volta. Accanto a questi
dati vi è una buona percentuale di persone che seguiamo a tempo indefinito,
cioè senza poterci fissare un termine preciso per lo scioglimento del
nostro rapporto di lavoro sociale con loro (25%), mentre il 30% delle persone
che seguiamo cammina con noi da uno o più anni. Due terzi dei casi sono
nuovi, mentre il 60% sono stati archiviati nei corso del 96.
UNO SGUARDO D'ASSIEME
1. La richiesta è sempre più indirizzata verso un servizio di
informazione e dì sostegno burocratico e con essa è mutato anche
il nostro modo di lavorare, sia nel tipo di interventi, sia nel modo di attuarli.
come in un fastfood, il nostro motto sta diventando "Piatti caldi, sempre
più completi e vari possibile, per la soddisfazione del cliente e la
nostra maggiore efficacia."
2. Vi sono però persone che in un fast food non ci mangerebbero mai,
non solo per questioni di buon gusto, ma perché si perderebbero con la
carta scritta in inglese e tutti quei camerieri che corrono come matti. Per
loro è necessaria ancora l'attenzione della mamma, quella che ti fa trovare
la polenta con lo spezzatino che ha curato per un'intera mattina, perché
sapeva che tornavi a trovarla, che si ricorda che odi i coltelli a lama liscia
e i tovaglioli di carta. Stando fuori dalla metafora, se il primo atteggiamento
è fatto per coloro che sono abbastanza autonomi da aver bisogno a volte
solo di un indirizzo, per poi muoversi da soli, vi sono altri che la società
dell'informazione confonde invece di aiutare. Non sono più una maggioranza,
ma a Caritas le minoranze stanno a cuore per vocazione, specialmente se sono
senza difese. Per questo uno degli ultimi dati riportati indicava che il 30%
dei nostri utenti è seguito da un anno e oltre. Il Servizio Sociale di
Caritas può cambiare metodi, tipo di prestazioni erogate (si pensi ad
esempio ai rifugiati o ai richiedenti l'asilo, che oggi non sono più
seguiti da noi, ma non cambia il partner del suo intervento che è sempre
l'uomo concreto, con le sue speranze e i suoi disagi, come confermano i numeri
con cui abbiamo voluto farcire questo articolo.
3. Le due caratteristiche del Servizio sociale, appena menzionate, ci salvano
da due pericoli importanti. Da un lato la persona non è assoggettata
all'efficienza dei Servizio, dall'altro non è sostituita da un operatore,
mamma di eterno neonato, disposto a sacrificarsi per lui tutta una vita, purché
non cresca.
4. Nonostante i dati confermino una linea di tendenza del Servizio Sociale e
la sua complessiva efficacia, negli operatori è abbastanza radicata l'idea
che la strada da fare sia ancora e sempre lunga, perché l'incontro con
le persone e le loro domande è sempre difficile e le nostre risposte
limitate e a volte insoddisfacenti. Sia nel '96, che nel '95, infatti, il 10%
circa delle prestazioni del Servizio Sociale era giudicato insoddisfacente dagli
stessi operatori.